Dopo aver lasciato lo zaino con i vestiti all'ostello, con macchina fotografica in mano mi addentro subito nei vicoli della vecchia città, il quartiere di Gamla stan. Fa freddo per essere una giornata di fine agosto, ma tra gli antichi palazzi, le vecchie botteghe e gli artisti di strada, un motivo per andare avanti lo trovo subito.
Con la musica nelle orecchie e la macchina fotografica come compagna, cammino sui tanti moli di Stoccolma, tra le piccole barche attraccate, i coloratissimi ponti che uniscono le isole centrali della città, e i tanti traghetti che vanno e vengono come autobus su una strada fatta di acqua. Dopo aver preso un succo di frutta mi siedo e inizio a programmare il mio lungo viaggio che parte da Stoccolma, in direzione Gällnö, la mia prima isola del grande e meraviglioso arcipelago di Stoccolma.
Gällnö, con le sue case rosse, i vialetti fatti di sassi bianchi e le strade da percorrere solo a piedi, mi accoglie con un piccolo negozio aperto solo qualche ora al giorno con il minimo indispensabile per mangiare, un molo con un paio di barche ormeggiate, e un ostello con una casetta rossa come stanza e un secchio nero come unico bagno (è tutto molto bello, fino a quando non devi usarlo davvero...).
In questo arcipelago, formato da ventiquattromila isole, l'unico modo per spostarsi, come puoi immaginare, è via mare. Ma i traghetti hanno i loro orari, e non coprono tutta la zona. Su molte di queste isole, legate a qualche albero in riva a moli improvvisati, trovi delle barche a remi, con le quali puoi attraversare le insenature del mare e ritrovarti sulla sponda di un'altra isola.
C'è una sensazione di libertà in tutto questo, un contatto con la natura molto forte, e impari a sviluppare piano piano uno spirito di adattamento che ti insegna ad apprezzare il valore del tempo che scorre.
Il resto del viaggio è un continuo spostarsi, da Stavsnäs dove faccio un po' di scorta di cibo e mangio un hamburger con patatine fritte che dopo due giorni di fagioli e tonno in scatola sembra la cosa più buona mai mangiata, fino ad arrivare a Sandhamn, punto di coincidenza per Nämdö, un'isola praticamente deserta dove scopro per la prima volta il piacere di usare un kayak (perché non l'ho mai fatto prima?).
L'arcipelago di Stoccolma è questo, ma molte altre cose. Sono i tramonti all'orizzonte, il mare così piatto da far riflettere le stelle di notte, il suono di un battello in arrivo, le camminate all'ombra di verdi pini, le barche a remi, il silenzio, un alito di vento, un libro da leggere e il tempo che passa ma mai perso.