Uno dei luoghi più affascinanti della Calabria è l’ecosistema che accompagna e segue la Fiumara Amendolea. Ho avuto l’occasione di seguirla grazie al documentario “Habitat” realizzato insieme al giornalista Lorenzo Colantoni, con il quale siamo partiti dalle sponde del Mar Ionio fino al cuore del Parco nazionale dell’Aspromonte, seguendo Giuseppe Martino, naturalista calabro che ha scelto di raccontarci con i suoi occhi le bellezze di questa terra che a causa dell’attività dell’uomo e del cambiamento climatico rischiano di sparire.
Durante i periodi di siccità (che a volte durano qualche anno), l’alveo della Fiumara Amendolea è secco lasciando ampio spazio per coltivazioni o piani di costruzione abitativi. All’arrivo della stagione delle piogge lo stesso alveo si riempie di acqua, riprendendosi così pezzi di terra che gli appartenevano causando, però, inondazioni e forti disagi a tutta la comunità.
La bellezza di questa terra parte proprio da qui, da un paesaggio che muta e si trasforma, una strada lenta e tortuosa che percorre attimi senza tempo, che attraversano pezzi di storia come Rogudi, un paese abbandonato famoso oggi perché ospita una delle colonie più numerose della rondine rossiccia, oppure i ricchi boschi dell’Aspromonte, le faggete, le torbiere, i torrenti, un ecosistema ricco di biodiversità che se non protetto rischia di scomparire.
Da tutto questo può nascere un turismo diverso, un turismo lento e consapevole che se guidato da persone come Giuseppe, può imparare molto dalla natura che lo circonda.
Nelle foto che vedrete di seguito c’è il mio viaggio, partito proprio dalle rive del Mar Ionio dove la Fiumara Amendolea sfocia, fino alle vette dell’Aspromonte a quasi duemila metri d’altezza. E in mezzo, tutto un ecosistema affascinante che aspetta solo il momento di essere scoperto e protetto.